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NON SPENDETE I VOSTRI SOLDI INUTILMENTE
Siamo due famiglie, che hanno effettuato per il periodo dal 27/07/2008 al 10/08/2008 le vacanze (se vogliamo chiamarle così) in Puglia nel villaggio Koinè. Che dire, una vera pena, abbiamo speso tanto per una vacanza da schifo. Vi diamo un consiglio: non andateci per questi e tanti altri motivi:
1. Siamo arrivati e scopriamo che i teli da mare non venivano dati con la formula del deposito cauzionale, bensì siamo dovuti andare fino ad Otranto comprarli di tasca nostra.
2. La piscina. Non esistono gli ombrelloni, perciò significa che recarsi in piscina verso le 14,00 è un caldo bestiale (anche perché non si può andare al mare in quanto il bus navetta inizia la prima corsa pomeridiana alle 14,30) e non si trova un filo d’ombra neanche a pagarlo oro (il verde non esiste solo due o tre palme) e per ironia della sorte neanche il bagnino si trova in zona. Le tanto decantate cascate non esistono, anzi, le mettono in funzione una volta alla settimana durante il pranzo per 10 minuti.
3. La zona baby club non esiste; c’è un unico scivolo per bambini fino a tre anni sotto il sole, e per non parlare poi della zona Indianino in cui la cena ai bambini viene servita alle 19,45 e il menù è sempre quello (o polpette o hamburger).
4. Il bus navetta, nota dolente, che collega il villaggio al mare era mal organizzato (ultima corsa a fine mattinata alle 12,30 per poi riprendere alle 14,30 fino alle 18,30). Un giorno è passato, in anticipo, alle 12,28 ci hanno lasciato a piedi con due bambini sotto il sole a 36 gradi. Il caro autista Gerardo, faceva come voleva o forse come poteva, un giorno passava alle 9,00 un altro giorno alle 9,10 mai puntuale, il tutto sempre incasinato. Se perdevi quello delle 9,00 dovevi aspettare quello delle 9,30, il ché era molto probabile in quanto il pulmino aveva solo 31 posti.
5. La spiaggia, credevamo di avere una spiaggia esclusiva solo per quelli del villaggio! Amara delusione, la spiaggia era in un lido pieno di villeggianti e i soli ombrelloni riservati al villaggio erano dalla quarta fila in poi; per stare in quarta fila,per poche ore, dovevi correre o mandare il marito o il figlio a prendere il posto altrimenti ti aspettava la quinta o la settima o l’ottava fila. Le docce tutte a pagamento, c’era un rubinetto che serviva per togliersi la sabbia dai piedi ma quando si andava a prendere la navetta bisognava passare in mezzo ad una pineta dove si sporcavano nuovamente di terra fino a portarla in stanza in albergo. I fine settimana erano un caos in quanto tutti i vacanzieri della zona si fermavano nella pineta sostando li con tavolini sdraie lettini ed amache per tutta la giornata. Ma noi vacanzieri del koinè che cosa avevamo di più rispetto ai vacanzieri del loco?
6. Il cibo. Sempre quello, la prima settimana tutto ok, già nella seconda era cambiato qualcosa, piatti rifatti con avanzi del giorno, a pranzo solo una misera quantità di frutta: cocomero, melone bianco, banane verdi e pesche dure. Il dolce, una vera schifezza, ma non tutte le sere, sarebbe stata troppa grazia, niente gelati per i bambini. Sembrava di stare in una mensa o in un ospedale. I bicchieri sempre sporchi pieni di ditate.
7. Passiamo al carnet: una vera palla, portare appresso questi carnet per comprare o una bottiglia o un caffè decente. Se uno si fosse trovato alla reception doveva attraversare la piscina sotto il sole per andare al bar(aperto dalle 14 in poi) della piscina a prendere i gelati perché al bar della reception non c’erano.
E molte cose altre ancora,meglio non citarle perchè altrimenti mi rovino la giornata.
Ci sono tanti disservizi che voi non immaginate, provate a passare una vacanza al koinè tornerete a casa più stanchi e stressati di prima della partenza. I ragazzi dell’animazione hanno fatto il possibile per divertirci, come la mitica e brava Luna, la mia preferita, e il pazzo Giuseppe (Jo di Faction the professionist)
Le stanze erano PULITE (almeno quello).
Una vacanza da dimenticare, una famiglia fa i sacrifici durante l’anno per poi trovarsi in ferie un posto inadatto, mal strutturato e mal organizzato. Che delusione
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