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Recensione - Giugno 2012
Il Lord Nelson di Minorca riserva sorprese un’estate dopo?
Le riserva decisamente lo Staff di animazione coordinato da Mauro Panseri. Non solo per i volti nuovi che incontro, ma per i contenuti, per la capacità e l’estro di innovare.
Lo spettacolo “E’ tanto che aspetti” - il mio preferito - cambia colore, atmosfera: diventa un palco all’aperto. Le icone italiane del cinema e dello spettacolo non aleggiano più tra le pareti del teatro, ma sono stelle filanti soffiate verso l’alto, frammenti di storia e di noi contro il blu della notte.
Ore e ore di lavoro per montare un teatro destinato a durare il tempo di uno spettacolo. Tanta fatica, sudore, ma ne vale la pena! E poi, la mattina, il teatro è già sparito. Come un bel sogno che al risveglio fai fatica ad afferrare e vorresti a tutti i costi tenere stretto.
Mi piace pensare che i versi di Neruda e quelli di Totò, i gesti, i passi, lo abbiano sollevato e spinto lontano, con la promessa di farlo ritornare.
Mi colpiscono Simone Rossi, atleta giovanissimo e Daniele Botto, quest’anno ancora più versatile e preparato. Quasi due “Momix” che stanno in equilibrio nel buio rischiarato dalle luci. Luci sapientemente posizionate da Alessio Stoppani, tecnico creativo che non lascia mai nulla al caso.
Gin e Fizz, Ale e Franz non sono più solo coppie di comici, ma attori che recitano nella notte e le loro voci sono un po’ anche la tua, perché li senti talmente vivi che la loro ironia ti investe e ti viene contro, proprio come il vento che arriva dal mare e che stempera piano le risate, fino a spegnerle.
Lo staff di Mauro si reinventa, matura idee nuove e coglie nel segno.
Lo fa con l’intelligenza e con la passione che lo contraddistingue e, quest’anno, con una marcia in più: con una competenza e con un senso di responsabilità di chi, già adulto, cresce ancora. Mi riferisco, in particolare, a Gianluca Gresia, per tutti Giangi. Amato non solo per la sua bravura, ma per la genuinità e per il garbo con cui gestisce le relazioni e le attività nel villaggio. Impagabile vederlo e sentirlo sulla panchina, nei panni di Franz! Esilarante nella “Danza della Panza”, mentre mima e balla per i bambini, divertendo anche gli adulti.
Al Lord Nelson fervono idee, progetti veri e propri, che sono nuovi e che meritano continuità di sviluppo: “Capitan Burrasca”, per esempio. Un mondo di avventure dedicato ai più piccoli che hanno la possibilità di dormire in tende la notte, addormentandosi mentre Francesca Esposito e Alessia Giuliano, instancabili e pazienti, vegliano su di loro e raccontano fiabe di avventure, dense di emozioni.
Francesca è molto giovane e mi sorprende per la sua sensibilità. Per quell’essere realmente materna, non perché lo detti il ruolo, ma per sua natura. E’ positiva e frizzante, affettuosa, mai eccessiva.
Originali e davvero eleganti sono le coreografie di Antonella Soranno. E poi c’è Romina Mongiano, professionale e sorridente, che si occupa di fitness.
Due parole anche su “Grease”. Anzi, un aggettivo: coinvolgente. Nel vero senso della parola: il pubblico diventa parte integrante dello spettacolo.
Grease che poi Grease non è. O meglio, ci sono interferenze che riconducono al genere cabarettistico.
Un bravo anche a Claudio Matrone, il Cuoco del villaggio, nei panni del Preside, introdotto dalle note della sigla de “Il pranzo è servito”. Chi si ricorda del gioco a premi condotto su Canale 5 da Corrado Mantoni?
Ho trascorso una settimana senza annoiarmi un solo minuto, e sempre nel rispetto dei miei spazi, di cui, confesso, sono gelosa. A volte persino nel rispetto del silenzio, in cui adoro stare, per ascoltare solo il rumore delle onde.
Penso davvero che gran parte del successo dello Staff sia dovuto a chi lo coordina. Come un film in cui la mano invisibile del regista tira le fila. Non perché senza Mauro il gruppo sia debole, ma perché un suo grande merito è quello di aver fatto emergere il meglio di loro.
1 Luglio 2012 - ore 15.40
Decolliamo diretti a Milano - Malpensa. Seduto dietro di me c’è un papà che sta parlando con Niccolò, il suo bimbo bellissimo. E’ biondo e ha gli occhi celesti. “Guarda, Niccolò, saluta il nostro villaggio. Guarda, lo vedi laggiù? C’è Giangi che ti sta salutando.” E Niccolò, innocente, io credo riesca davvero a vederlo: “ Ciaoo, Giangiii. Ci vediamo domani” - dice. Ha una vocina chiara e felice.
Sorrido. Appoggio la testa contro il finestrino. Mi invade un senso di tenerezza e appendo lo sguardo alle nubi. Poi, mi addormento.
Ci vediamo domani!
Silvia
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