Dettagli Recensione
lontano dalla pazza folla
In questo piccolo paradiso, lontano dalla pazza folla, si può trascorrere una vacanza di vero relax e se:
- amate i villaggi tradizionali, con animazione, giochi, discoteca, musica a tutto volume, questo resort non fa per voi
- siete esperti sub, provetti e instancabili nuotatori, questo resort non fa per voi
- non riuscite a fare a meno di sistemazioni lussuose e dotate di ogni confort, questo resort non fa per voi.
Se :
- amate vivere a stretto contatto con la natura
- apprezzate il silenzio
- non tollerate qualsiasi forma di volgarità
Allora questo resort è il posto giusto per trascorrere una o due settimane in assoluta tranquillità.
Dal 23 al 31 agosto ho trascorso una vacanza trascorsa all’Hakuna Majiwe Lodge di Zanzibar e tenterò di esprimermi in modo obiettivo. Considerate le premesse iniziali, aggiungo che sono una viaggiatrice non facile, molto critica e che ama anche viziarsi. Ma sono altrettanto capace di adattarmi a tutte le situazioni, pur se difficili, che esprimono una qualsiasi forma di bellezza. Ora di bellezza in questo resort ce ne è tanta e risiede innanzitutto nella semplicità della sua struttura, ingentilita da tocchi di eleganza misurata e dalla magnifica ambientazione naturale in cui è collocato.
La struttura. Formato da 21 lodge e da un makuti centrale che ospita ristorante e zona bar-soggiorno, il resort è costruito direttamente sulla sabbia, impalpabile e bianchissima, di un’oasi tropicale che si affaccia sulla lunghissima spiaggia situata tra i villaggi di Paje e Jambiani. Ogni lodge ha due stanze e ciascuna di esse è costituita da un’ampia e vivibile camera con alto letto zanzibarino e zanzariera, ventilatore a pale, uno stanzino-guardaroba e un bagno piuttosto ampio, cassaforte (non è presente il frigobar, ma non serve, il clima è sempre ventilato, almeno in questa stagione). Lo stile è sicuramente rigoroso, ma piacevole e i locali sono sempre pulitissimi. Non ho mai visto animaletti, zanzare, mosche o altri insetti. E durante la cena, il personale prepara la stanza chiudendo la zanzariera e impregnandola di antisetticida. Ciascun bungalow ha una magnifica veranda, dalla quale si intravede l’oceano e nella quale si può oziare dondolandosi su di un’amaca/altalena o su un comodo divano, arricchito da cuscini ricoperti da coloratissimi tessuti africani. Tutti gli elementi di arredo sono in legno e materiali naturali e si fondono perfettamente con l’ambiente circostante. Il resort è poi completato da una piscina e da un salotto-palafitta in cui vengono organizzate cene romantiche o in cui ci si può rifugiare a leggere , godendo di una frescura straordinaria. E’ presente anche un negozio di tessuti (“Magò”), con sarto disponibile a confezionare qualsiasi cosa entro 24 ore.
La vita. All’arrivo si abbandonano le scarpe e si vive a piedi nudi e pareo tra le sabbie e i legni delle pavimentazioni di makuti e lodge. Le giornate sono scandite dalla vita di spiaggia, dalle escursioni (Claudio è una guida deliziosa) e dai pasti, annunciati dal suono gentile di una campanella, agitata da un cameriere che gira tra i lodge, per richiamare gli ospiti. Il ristorante offre un buffet non eccessivo, ma sufficiente, dal gusto prevalentemente italiano, assicurato anche dalla presenza di due primi di pasta, saltati al momento. Squisita la cena swahili, che varrebbe la pena incentivare, anziché limitarla a una sola serata (credo fermamente all’educazione alimentare!). La presenza di pesce e carne è assicurata e due volte alla settimana viene offerto un barbecue di pesce. La frutta tropicale è abbondante e variegata, mentre i dolci forse sono limitati ( una sola torta, ma molto buona) e potrebbero essere integrati da quelli swahili (“kashata”). Vi sono anche attrazioni serali, alternate a sere destinate a conversazioni in libertà: una danza masai, un concerto di musiche taarab, un concerto di percussioni e danze. Il tutto avviene sempre in un’amosfera molto soft e rilassante. Il personale è davvero tanto gentile e sempre sorridente, si integra magnificamente con gli ospiti, guidato dal direttore Giovanni (“Johnny”) che è persona di grande garbo, discrezione e professionalità e che contribuisce a dare al resort l’impronta di quiete che lo caratterizza e che per i miei gusti è molto apprezzabile.
La vita di mare è forse quella che può suscitare qualche perplessità. A causa del gioco, pur affascinante, delle maree essa non consente un facile e frequente rapporto con l’acqua, almeno a quello cui in genere si è abituati. Ma anche in questo caso la bellezza della natura, i colori del mare e della sabbia, dei vestiti delle donne zanzibarine che vanno a cogliere mitili e alghe, delle vele gonfie dei ngalawa (piroghe a doppio bilanciere) che solcano le acque, costituiscono uno spettacolo prezioso e in ogni caso appagante. Per gli instancabili della vita subacquea è poi possibile fare escursioni sulla barriera corallina di varie località destinate essenzialmente a questo tipo di attivitàcon un tocco di classe un po’ speciale.
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